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Carlo Alberto Madrignani

Sarzana, 17 gennaio 1936 – Pisa, 6 maggio 2008

Conclusi gli studi liceali nella città natale, Madrignani si iscrive alla facoltà di Lettere dell’università di Pisa e diventa allievo di Luigi Russo, di cui sarà l’ultimo assistente nel 1960. Docente nelle scuole medie superiori, è chiamato a fondare la facoltà di Lettere dell’università di Siena. Di qui passa a Pisa come assistente ordinario e poi professore associato di Letteratura italiana, e a Pisa tornerà definitivamente a insegnare nell’università nel 1974, dopo due anni trascorsi a Cagliari da docente ordinario.

In questo periodo compaiono in «Belfagor», «La rassegna della letteratura italiana», «Quaderni piacentini», «Problemi» e altre riviste meno celebri, la sua tesi di laurea su Redi e numerosi articoli e recensioni, che attestano anche l’impegno politico di questi anni. Intanto egli si volge a studiare e a rivalutare narratori dell’Ottocento ai margini del canone; nascono così i volumi Capuana e il naturalismo (1970) e Illusione e realtà nell’opera di Federico De Roberto (1972): un autore, quest’ultimo, su cui Madrignani ritornerà ancora, con il testo critico dell’Imperio, la riproposta di Spasimo, e infine l’edizione delle Opere nei Meridiani Mondadori (1983). Altri autori “minori” o misconosciuti sono indagati e valorizzati nella raccolta di saggi Ideologia e narrativa dopo l’Unificazione (1974), cui va affiancato il volume «La Domenica Letteraria» di Ferdinando Martini e Angelo Sommaruga. Introduzione e indici (1978).

Nel frattempo avvia l’edizione di opere poco note della narrativa del secondo Ottocento: è il caso, ad esempio, di Drammi intimi, una dimenticata raccolta di Giovanni Verga. Ma, oltre Verga, un autore studiato solo “di sbieco”, cui riconosceva una statura eccezionale (sono sue, tra l’altro, le prefazioni alle traduzioni francesi di Dal tuo al mio, di Mastro-don Gesualdo e degli stessi Drammi intimi), “riscopre” molti altri scrittori, sottoponendo all’attenzione di studiosi e lettori altre “sorprese” come Il «Re delle bambole» (1980) e Manuel Menendez (1991) di Edmondo De Amicis, Leila e Daniele Cortis (1980) di Antonio Fogazzaro, Decadenza (1981) di Luigi Gualdo, Il libro di don Chisciotte di Edoardo Scarfoglio (1986), Tortura (1987) di Luigi Capuana. A questi testi si collega un’originale antologia del romanzo parlamentare, Rosso e nero a Montecitorio (1980), il cui saggio introduttivo sarà ripreso e variato per gli Annali della Storia d’Italia Einaudi, in un volume a cura di Luciano Violante (2001).

Per la sua conoscenza della letteratura del secondo Ottocento Madrignani è invitato a collaborare a La letteratura italiana. Storia e testi, diretta da Carlo Muscetta per Laterza, e al Manuale della storia della letteratura italiana, approntato da Franco Brioschi e Costanzo Di Girolamo per Boringhieri. Dirige inoltre per la casa editrice Ets di Pisa l’originale e accattivante «Piccola Miscellanea» e la serie «Saggi di letteratura italiana»; e in anni più recenti insieme con Aldo Maria Morace, la collana «Il romanzo italiano. Storia e testi» per le edizioni Manni di Lecce. Lo sconvolgimento del 1989 e la prospettiva di una nuova Europa lo sollecitano a rivedere i suoi parametri ideologico-politici e a indirizzarlo verso un più accentuato atteggiamento pacifista e antimilitarista. Di qui l’appassionato volume L’ultimo Cassola. Letteratura e pacifismo (1991).

Troppo lungo sarebbe elencare interventi e studi sparsi in miscellanee e in riviste accademiche e politiche: recensioni, saggi e prefazioni che riguardano anche i contemporanei, verso i quali egli ha sempre dimostrato curiosità. Non si tratta solo di scrittori (Bufalino, Camilleri, Consolo, Calabrò, Angioni, Moresco, Riccarelli, Maggiani, Montesano, Calaciura), ma anche di poeti come Montale, registi cinematografici (Antonioni, Fellini) e pittori (Possenti, Moriani).

Gli interessi di Madrignani si volgono infine al romanzo settecentesco italiano, sottraendolo a un secolare disinteresse critico: lo testimoniano il volume All’origine del romanzo in Italia. Il “celebre” Abate Chiari (2000) e la ripubblicazione (2004) del primo romanzo italiano, La Filosofessa italiana (1753) di Pietro Chiari.

Negli ultimi anni séguita a riproporre opere come Michele Boschino e I passeri di Giuseppe Dessí, Storia di un moscone di Francesco Domenico Guerrazzi e Manoscritto di un prigioniero del livornese Carlo Bini, ma soprattutto raccoglie un organico volume di saggi, Effetto Sicilia (2007), che rappresenta il compendio e il risultato più maturo dei suoi quaranta anni di riflessione sulla narrativa siciliana.


Carlo Alberto Madrignani

Sarzana, 17 gennaio 1936 – Pisa, 6 maggio 2008
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